Ciò che il cuore conosce oggi, la testa comprenderà domani.

Seneca

giovedì 12 agosto 2010

a gentile richiesta


Dalle mie amiche del nord mi è stata richiesta la traduzione della poesia (ma dico io...!).
Ma siccome io alle mie amiche ci tengo, eccole accontentate......




Il gelsomino della signora Maruzzedda

Da bambina io cantavo
affacciata al balcone
fra il basilico e il rampicante
e mi sentivo una cantante vera.

Il pubblico di sicuro non mi mancava,
i vicini di casa mi dicevano: “brava!”
ed io cantavo ancora più contenta.
Ero felice e spensierata.

Mia mamma mi cuciva i vestitini.
Mio fratello disegnava macchinine.
Mio padre che mi abbraccia e che mi bacia
e dice :”Sei la festa di questa casa!”

La strada era un teatro e tutti quanti
Eravamo attori e pubblico pagante.
Si alza il sole e si alza il sipario…
…e si illumina tutto lo scenario.

L’arco di pietra, il cortile, il pozzo.
Dentro una gabbia canta un uccellino.
Lenzuola bianche stese al vento.
Il profumo dell’aria ancora sento.


Chi puliva davanti la propria porta,
chi vendeva le uova in una sporta,
c’era chi rinnovava il lievito,
chi chiacchierava senza fare niente.

Il gelsomino della zia Maruzzedda
riempiva di profumo tutto il vicolo
e la zia Gnazzidda con le figlie signorine
davanti la porta lavorava maglia.

Le signorine erano parecchie
E le chiacchiere non finivano mai…!
Ognuna credeva di essere la più bella
e la più desiderata del vicolo.

Quando passava qualche giovanotto
non vi racconto quello che accadeva…
“mamma, ma per chi passa quel ragazzo?
Guardava lei. No…guardava me!”

Poi c’era sempre quella più impicciona
che sparlava di tutti i passanti…
“guarda quella come cammina altera,
sembra una santa e invece ha l’amante!”

La zia Vitidda, della porta accanto,
si metteva la giacca alla rovescia.
Mia mamma le diceva: “non te ne sei accorta?”
Lei: “Aspetto ospiti”, e poi rideva.

I maschietti giocavano a mileca,
le femminucce invece a mosca cieca,
ma tutti ci incantavamo a guardare
quando mio padre si metteva a dipingere.

Nel cortile il muro era diritto
e a lui fungeva da cavalletto.
Una sedia, i pennelli, i colori,
Tutto era già pronto per la pittura.

Un grande telo fissato al muro
dalla mattina fino alla sera
e tutta Sciacca vista dal mare
Piano piano si vedeva comparire.

Sono altri tempi, ma del passato
nel mio cuore tutto è disegnato.
e i profumi della mia infanzia
li tengo chiusi dentro un barattolo.

Adesso, ogni tanto, quando leggero
sento l’odore del gelsomino,
Tutto ritorna. Provo nostalgia.
Ma è soltanto una parte della mia vita!

3 commenti:

Alice ha detto...

GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE.
Meritavi il primo premio! Adesso l'ho capita, da stormenita che sono, e vorrei essere brava come te a raccontare i ricordi. Invece quando li racconto io tutti ridono... :(
Come l'armadio delle meraviglie di mia nonna: aveva l'antifurto ('sto maledetto!). Gnaaaaaaaaaaaa quando l'aprivi per curiosare e la nonna dalla cucina "Alice, che fai? Lascia stare! (includeva la minaccia di un ceffone)" e io rispondevo "niente nonna..." e lo richiudevo in fretta prima che arrivasse, ma lui, l'armadio dispettoso gridava un sonoro GNIIIIIIIIIIIIII.
Non ho capito perchè tutti ridono...

೫ My lucky ೫ ha detto...

Ciao!
E' commovente, credimi...
anche senza traduzione.
(Anche perchè io non ne avrei bisogno...)
Bacetti, My lucky.

lory ha detto...

ciao sono lory del blog cuori e stoffe ho visto che ti sei iscrtitta al mio blog camdy xò hai fatto il commento nel post sbagliato si gentile mettilo su quello del candy blog (sotto) ne no non posso conteeggiarti ...!carino il tuo blog,lerggerò con molta calma la poesia che hai postato!!lory

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